IL SOLE 24 ORE 16/05/2016
Per risolvere liti e controversie e vivere una serena vita condominiale parte a Milano un progetto pilota.
Le cause delle liti condominiali. Non c’è posto migliore di un condominio perché nasca un conflitto tra vicini di casa. Le cause sono le più diverse e spesso anche le più futili, senza contare il fatto che molti problemi si potrebbero risolvere facilmente con accorgimenti di natura tecnica o, a volte, con un pizzico di buon senso. Invece, non è infrequente imbattersi in inquilini disposti a tutto pur di ingaggiare una lotta con gli altri condomini per le fioriere fuori posto o per i panni stesi. Inoltre, gli odori di cucina, tra cui risultano particolarmente insopportabili spezie e fritto, possono nascondere intolleranze di natura razziale, che rendono quanto mai difficile l’integrazione di etnie diverse nello stesso palazzo. Sempre per restare nell’ambito dei cattivi odori, ben il 30% delle liti è causato da quelli legati alla presenza di animali, come l’urina del cane o del gatto, e il 15% dai fumi di attività commerciali, quali ristoranti e officine.
Si possono ancora elencare, come cause di conflitto, l’alto volume dell’apparecchio televisivo o il chiasso dei bambini che giocano in cortile.
Vita di condominio. Quando il buon senso o il tecnico non ci soccorrono è proprio giunto il momento di ricorrere a un altro supporto: lo psicologo di condominio.
Tuttavia, Elvio Raffaello Martini, psicologo di comunità e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, precisa che. “Non è giusto parlare solo di scontri, che sono l’aspetto più eclatante ma di vita di condominio”.
Infatti, le liti e le controversie non sono l’unico problema di un condominio, dal momento che vi è anche tanta solitudine di persone che si ritirano proprio per non entrare in conflitto coni vicini. Molti ritengono che l’isolamento sia preferibile alla lite e non considerano che lo stare da soli mina la qualità della vita di quanti abitano nello stesso palazzo senza neanche salutarsi.
Consulenza e affiancamento dei condomini. Da queste considerazioni ha preso vita il progetto pilota di consulenza e affiancamento dei condomini, ideato da Martini e dalla psicologa sociale Silvia Mele, con lo scopo di affrontare meglio la vita negli stessi cortili.
È Silvia Mele a spiegare: “Abbiamo lavorato per 10 anni al Corvetto, nel contesto difficile delle case popolari e da quella esperienza abbiamo tratto molti spunti utili anche in contesti abitati privati: i conflitti possono svilupparsi sia in centro a Milano, che nei condomini di periferia”.
Mancata soluzione giuridica alle liti. Inoltre, la crescente presenza di vicini stranieri sul proprio pianerottolo aumenta le difficoltà di comprensione e le liti che finiscono in mano agli avvocati difficilmente arrivano a soluzione.
A tal riguardo, un’indagine dell’Associazione nazionale amministratori di condominio ha rilevato che sono circa 2 milioni gli italiani che, dopo essersi rivolti al giudice, si sono visti rigettare i ricorsi. “In certi casi per risolvere i problemi basta aiutare le persone a conoscersi e parlarsi – conferma Martini – e noi come psicologi di condominio puntiamo ad affiancare figure professionali come gli amministratori e aiutare chi abita porta a porta a realizzare dei progetti comuni”.
Tale aiuto è senz’altro gradito a Leonardo Caruso, vicepresidente dell’Anaci, che così ironizza: “L’80% degli italiani vive in condominio e pochissimi conoscono i doveri che ne derivano. Servirebbe un test prima di idoneità prima di andare dal notaio”.